lo scopo di tale progetto è quello di ricercare il centro di iniziale rotazione del ginocchio, punto anatomico di riferimento nella flesso-estensione di tale articolazione che fisiologicamente presenta un moto associato di roto-traslazione.
La curiosità di approfondire tale argomento, è nata da quanto scritto da Insall (il padre delle protesi del ginocchio) che aveva messo in luce la “scarsa significatività degli studi sulla cinematica del ginocchio basati su una localizzazione anatomica del centro di istantanea rotazione”.
La prima fase del progetto ha l’obiettivo di creare tramite stampa 3D di basso costo a tecnologia FDM un modello didattico che riproduca il movimento fisiologico rototraslatorio tra un capo articolare femorale ed un capo articolare tibiale. Gli attuali modelli, infatti, quelli ad esempio riproposti sugli scheletri che troviamo nelle aule di anatomia, semplificano tutta la meccanica flesso-estensioria con un semplice perno che determina un puro moto rotatorio. Ciò fa sì che mentre sui libri vengono riportate descrizioni particolarmente accurate sulla fisiologia di questo moto articolare, nella pratica lo studente non ne può assolutamente apprezzare gli effetti.
Dalle foto sopra riportate è possibile notare il tipo di movimentazione a “cerniera” che normalmente viene utilizzata per l’articolazione del ginocchio.
Nello specifico, il moto roto-traslatorio prevede che i condili femorali per i primi 25-30° di flessione (della coscia sulla gamba), rotolano sui piatti tibiali; successivamente, dai 30° in poi, al moto di rotazione si associa una traslazione che diventa sempre più importante con l’aumentare della flessione (fai clik sull’immagine per attivare l’animazione).