Il materiale su cui inizialmente abbiamo concentrato la nostra attenzione è stato il PET (polietilene tereftalato), la plastica più utilizzata come contenitore alimentare (specialmente le bottiglie per bevande) e che ha un discreto uso come filamento per le stampanti 3D. Alcune prove di fusione di pellet ricavato da bottigliette, ha subito evidenziato il fatto che il PET, se portato oltre i 150 °C, tende a cristallizzarsi piuttosto che a fondersi. Il pellet cristallizzato diventa biancastro e duro, quindi impossibile da utilizzare per la produzione di un filamento. Le prove sono state fatte portando graualmente il PET fino alla temperatura di 180 °C utilizzando un semplice bagnomaria in olio da frittura in un ambiente ben ventilato e comunicante con l’esterno (i vapori sprigionati dalla plastica ad alta temperatura posso essere dannosi per la salute). In seguito è stato anche tentato di portare la plastica a 180 °C ottenendo i medesimi risultati.